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broggini concerto

OMEGNA – 25-07-2022 – Intensa e potente. Due aggettivi che sono riduttivi perché l’opera artistica di ieri sera al Santuario di San Fermo a Omegna è stata un viaggio sensoriale incredibile.

Il giovanissimo pubblico era estasiato: durante lo spettacolo durato quaranta minuti, tutti erano travolti e immersi in questo viaggio mistico, tra voci, suoni e giochi di luci dai colori boreali.

L’opera è un inedito pensato e realizzato da Davide Broggini che, ispirandosi al racconto di Asimov “L’ultima domanda”, si è concentrato sul sentimento di solitudine e sul fenomeno tipicamente umano del voler ricercare qualcosa al di fuori di se.

Due fratelli, due artisti: la voce di Chiara Broggini, ipnotica e penetrante, e l’elettronica di Davide Broggini fatta di suoni, rumori, che riecheggiavano e si spandevano in ogni angolo del Santuario, un luogo sacro perfetto per accogliere arte di questo tipo. Una performance che ti rimane dentro. 

 

L’intervista.

 

Cosa ha ispirato quest’opera? Da dove è nata?

Davide B.: «Io avevo in testa già da un po’ di tempo di lavorare con la voce e l’elettronica. Ultimamente il “live elettronics” è il mio pallino, cioè registrazione di suoni dal vivo e manipolazione. Avevo a disposizione anche il clarinetto, dato che mio fratello lo suona. Volevo un po’ sfruttare quello che avevo in casa. Alla fine Giacomo Mutigli [co-organizzatore del concerto per la rassegna “Inter Sidera Versor”] ci ha chiesto di riempire questa serata del Festival e alla fine è nato qualcosa di molto bello»

 

È la prima volta che lavorate insieme?

Chiara B.: «In passato abbiamo lavorato insieme facendo un duo acustico senza avere un programma fisso. È la prima volta, invece, per progetti di questo tipo con l’elettronica e la voce. Per me è la prima vera volta che faccio un’esibizione di questo tipo. Devo dire che è una cosa davvero molto bella, soprattutto lavorare con un professionista come Davide».

 

Eri emozionata per questa tua prima esibizione?

Chiara B.: «Parecchio, ma era un’emozione molto positiva perché era un qualcosa di bello, di nuovo. Un’esperienza di crescita grazie a questo progetto».

 

Avete in programma altri progetti per il futuro?

Davide B.: «Sarebbe bello migliorare e rifinire questa [opera] e cercare di portarla in giro, dato che abbiamo la fortuna che sia venuto fuori qualcosa di molto trasportabile, molto comodo ed efficacie. Però sicuramente in futuro… perché no?». (H.B.)

 

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