
MOTTARONE - 11-12-2020 -- Lo sci bloccato dal Covid fa i conti con la sua crisi più nera e questo è veramente un momento molto delicato per il turismo invernale in un anno difficilissimo per le tante crisi, in primis quella sanitaria, che con inusitata intensità stanno affliggendo il mondo intero.
L’ultimo DPCM firmato lo scorso 3 dicembre ed entrato in vigore il giorno successivo, ha fermato la stagione sciistica sino a gennaio e naturalmente questa decisione -peraltro già prevista e quindi arrivata non come una vera e propria novità assoluta- è l’ennesimo duro colpo ad un settore che tra diretto e indotto conta dei numeri molto rilevanti.
Nonostante queste palesi difficoltà, c’è chi non si lascia abbattere e vuole comunque trasmettere un buon messaggio di speranza mantenendosi coraggiosamente nella fiducia; è il caso di Paolo Vallero, direttore della Scuola Sci Stella Alpina Mottarone, una bella realtà che in un periodo “normale” conta più di 5 mila clienti a stagione.
Noi di VCO24 abbiamo chiesto al direttore Vallero di fotografarci questa fase tanto complessa e ciò che subito stupisce e tocca il cuore è la delicatezza delle sue parole; visto il periodo nero, sarebbe stato facile lasciarsi prendere la mano e sciorinare tutta una serie di dati e pensieri “negativi”, un po’ di “irritazione” sarebbe del tutto naturale e comprensibile…e invece no!
Nonostante le manifeste criticità, Paolo Vallero ha comunque la forza e la voglia di guardare oltre e proiettarsi con la mente e con il cuore in quel futuro che tutti attendono e al quale si chiede “soltanto” un pochino di quella normalità a cui forse in passato non è stata data la giusta importanza. Ciò che consente di affrontare con spirito costruttivo questo periodo tanto difficile quanto doloroso è indubbiamente la passione per il proprio lavoro, un amore vero e sincero che sempre ha fatto e sempre farà la differenza in ogni settore, anche nel mondo dello sci.
Così Vallero: “Il nostro lavoro non è semplice. Inizia tutto da bambino. Devi avere un genitore appassionato di montagna o che lavora nel settore e ti avvicina a questo mondo. Nel mio caso mio papà, storico presidente dei maestri di sci del Piemonte dagli anni ‘70 fino agli anni ‘90.
Devi iniziare come piccolo atleta, andando in giro a fare gare cercando di trovare il tempo, in settimana, finita la scuola, di allenarti. Quando arrivi al top hai due strade: la prima è il sogno di tutti, quello di diventare un atleta delle squadre nazionali; per gli altri c’è la possibilità di trasformare la passione in lavoro e prepararsi per le difficili selezioni da maestro di sci. Chi raggiunge l’obiettivo inizia il magico percorso verso l’insegnamento. Lunghe giornate al freddo e sotto la neve, ma va bene perché significa che abbiamo quello che ci serve per partire e lavorare. Se la neve ci aiuta e i cannoni sparano, abbiamo davanti 4 mesi di lavoro, da dicembre a fine marzo. I più fortunati lavorano un po’ anche in aprile nelle scuole di sci che si trovano in alta quota. Tutti i tasselli devono essere al posto giusto nel momento giusto, così da poter iniziare il nostro lavoro e fare appassionare nuove generazioni a questo sport. Come Direttore una delle cose più difficili è trovare chi si mette a disposizione per intraprendere questo percorso. L’obiettivo è spesso quello di attrarre i giovani verso la professione di maestro di sci, ma spesso va in contrapposizione con altri fattori fondamentali per la loro età: lo studio e, certamente, la sicurezza di un posto di lavoro fisso per dodici mesi l’anno. Noi partiamo solo se la neve cade dal cielo. Poi arriva il virus e tutti gli sforzi spesi ad investire, organizzare, promuovere e adeguare la struttura alle normative Covid, dando la possibilità di fare tutto online e in sicurezza, vengono azzerati. Solo nella nostra scuola ci sono 15 professionisti che in modo continuativo o occasionale contano su questo lavoro. A novembre iniziamo a fare “la danza della neve” e a guardare ogni giorno le previsioni. Quest’anno finalmente è arrivata la nevicata perfetta ma la sicurezza prima di tutto interrompe forse posticipa il sogno. Noi siamo gente di montagna, abituati al freddo e alle condizioni estreme e non ci facciamo abbattere. Non avremo le scuole primarie e secondarie in settimana, ma siamo pronti a ripartire quando ci sarà consentito, ancora più forti ed entusiasti, con nuove proposte e nuovi servizi adattati al periodo che dovremo affrontare. E lo faremo insieme a Terre Borromeo, un brand che sul Lago Maggiore è sinonimo di eccellenza e punto di riferimento per il territorio.”
r.a.


