OMEGNA - 8-3-2024 -- I ristori che sono arrivati attraverso il FIR, il Fondo Indennizzo Risparmiatori di Veneto Banca, potrebbero continuare poiché dopo l’ultima distribuzione sono rimasti ancora 200milioni di euro da dividere fra tutti gli ex-soci.
Questi ristori sono previsti da una legge dello Stato che è stata votata dal Parlamento e che ha avuto anche l'avallo dell'Unione europea.
Infatti, dopo i crac bancari del 2013 è stato riconosciuto come i risparmiatori, su base massiva, fossero stati fatti bersaglio di pratiche illecite proprio da chi in seno alle banche proponeva l'acquisto di azioni sulle quali già pendeva lo spettro della debacle: il tutto mentre gli organi di vigilanza italiani non si accorgevano del disastro incombente che ha bruciato una dozzine di miliardi che in tantissimi casi significava il frutto di una vita di sacrifici.
Attraverso il FIR sono stati distribuiti 1.353832529milioni per soddisfare le 144.872mila domande di rimborso presentate e con 14.872 richieste respinte per mancanza dei requisiti previsti.
Ora, l’Ente nominato dallo Stato (LCA) per gestire i residui attivi nonchè i beni della defunta Veneto Banca con lo scopo di risarcire i creditori colpiti dal collasso dell'ex istituto di Montebelluna nel Trevigiano ha organizzato una serie di aste pubbliche per vendere questi beni del valore di quasi 8 milioni affidando alla casa d’aste romana BONINO l’organizzazione.
Andranno all’asta opere pittoriche che rappresentano un viaggio di cinque secoli nell’arte europea composto da alcuni capolavori, come la inedita pala di Guido Reni, raffigurante “San Francesco in meditazione”, la straordinaria “Veduta di Verona” di Vanvitelli – documento non solo artistico, ma anche topografico sulla “forma urbis” di Verona nei primi anni del XVIII secolo –, una “Allegoria della Giustizia e della Pace” tra i capolavori di Antiveduto Gramatica, ben due opere di Carlo Saraceni, entrambe in bibliografia come prototipi di invenzioni tra le più fortunate del primo caravaggismo.
E ancora, due capolavori di Luigi Nono, tra cui il dipinto già record mondiale d’asta per l’artista (“Il bambino malato”) e poi Favretto, ben tre opere presentate da Ettore Tito alla Biennale di Venezia, Cabianca (artista fresco del risultato prossimo al milione di euro ottenuto da pochi mesi a Sotheby’s Londra), il record mondiale d’asta di Raffaello Sorbi (“I musicanti”), una selezione museale di opere della famiglia Ciardi, compresa la strepitosa “Aratura dei campi” di Guglielmo, con varianti sul paesaggio di Venezia e della Terraferma vista sia da grandturisti come l’inglese William Henry Haines sia da virtuosi del pennello, come Rubens Santoro (di cui compare una strepitosa veduta dello “Squero di San Trovaso”) e del disegno come Toulouse-Lautrec e Federico Zandomeneghi (con una sensuale e aggiornata rappresentazione della Venere al bagno).
Infine, anche un ritratto di cui si erano a lungo perse le tracce, dell’esploratore e pittore omegnese Guido Boggiani.